San Sebastián

Descrizione

GuitArt Ebook – Collection for solo guitar

Kevin Swierkosz-Lenart, San Sebastián – Studio da concerto per chitarra

Quando il lettore e ascoltatore attento s’imbatte in una pagina di musica che reca come titolo il nome di una città o di un luogo, viene quasi istantaneamente colto da un senso innocente di leggera inquietudine dettata dal timore – che l’esperienza, ahinoi, ha reso fin troppe volte giustificato – di trovarsi di fronte all’ennesimo quadretto oleografico vagamente allusivo alla “voce” del folklore e languido interprete della saudade o gaiezza degli abitanti di una sorta di paradiso ritrovato. Se per giunta la forma scelta dall’autore è quella breve di un Preludio o di uno Studio, allora è molto probabile che l’inquietudine si muti in agitazione: pochi elementi in uno spazio ristretto, dosati ed elaborati senza particolare ingegno, potrebbero costituire il susseguirsi di momenti sonori prevedibili, talora dozzinali.

Kevin Swierkosz-Lenart, con lo Studio da Concerto San Sebastián, fuga perentoriamente ogni pericolo: la composizione non è un semplice omaggio alla splendida città cantabrica e non è una trasposizione musicale di un “clima” paesaggistico; l’autore sposta la visione – nel senso baudelairiano –  da una prospettiva alta e profonda nel medesimo tempo. Nella pagina vibra un racconto interiore, un’attitudine psicologica alla contemplazione dello spirito di un luogo già di per sé intriso di misticismo. I venti che accarezzano lo splendido lungomare della città vengono percepiti e realizzati dall’artista in un canto che, grazie ad una sapiente e limpida scrittura idiomatica, assumono nel suono chitarristico una forza comunicativa potente come accade nei racconti di antiche fiabe popolari. Il senso del procedimento musicale quindi diventa culturale in quanto l’osservazione di un luogo è tesa a rivelare, non a descrivere.

Il susseguirsi quasi costante di atmosfere armoniche imprevedibili, caratterizzate spesso da una polifonia profondamente idiomatica che ne accentua gli effetti chiaroscurali, giungono sempre ad un punto di riposo, una sorta di pacificazione col mondo contemplato, frutto certamente del corredo culturale dell’autore, che è ricco e caleidoscopico, ma soprattutto della sua capacità di “ripensare il vero”, cioè quell’attitudine squisitamente artistica ad esplorare gli spazi lasciandosi nel contempo attraversare dalla loro essenza invisibile; il fine è un incontro con un’identità, personale e collettiva  “per in pieno realismo trovare l’uomo nell’uomo”.

Oscar Bellomo